Così proposi e cominciai ad impostare delle schede di allenamento specifiche per i portieri. Stazioni di esercizi/gioco con tema il ruolo del portiere.
Mi capitarono altre situazioni simili e per me era come se un coro si esercitasse senza curare il solista, non si pensava mai che il solista avesse la necessità di essere preparato a parte per poi essere messo insieme al coro, e così era per il portiere di calcio.
Nonostante fosse il 2006 e si parlasse di preparazione del portiere specifica, ciò non era ancora recepito dagli allenatori di squadra come una cosa importante. Per loro il portiere era “istinto” e non necessitava di allenamenti specifici. Per me che provenivo da una delle prime, se non la prima, scuola portieri nate in Italia a cavallo degli anni ’80, a Bologna con Piero Battara era un assurdità.
In quegli anni allenavo alla Triestina e la mia ambizione era poter crescere sempre di più in questo ruolo e mi impegnavo molto per creare una progressione didattica di più alto livello possibile. Lavoravo sul soggetto a 360 gradi e con generosità, avvalendomi anche di suggerimenti e consulenze di altri settori come la chinesiologia, la psicologia dello sport, di allenatori di altri sport o preparatori atletici.
Il mio motto era “ex-ducere” cioè tirare fuori. Questo verbo rimbalzava costantemente nella mia mente e mi spingeva a ricercare costantemente quei mezzi e strumenti adatti per tirare fuori il meglio dai soggetti.
Il lavoro verteva su un unico grande obiettivo: “Metodologia di preparazione del portiere olistica”.
Il percorso che avevo intrapreso doveva anche risolvere un serie di problemi; Come integrare il lavoro specifico con le esigenze della squadra? Come utilizzare al meglio il tempo che avevo a disposizione per poter fare tutto ciò che il mio programma prevedeva? Quali fattori dovevo tenere in considerazione?
E così ero concentrato sulla gestione dell’interdipendenza che c’è tra il corpo, la mente, il cuore che dovevano essere messi in sintonia tra di loro e le componenti delle esercitazioni specifiche e di squadra.
Ma non bastava, avevo bisogno di qualcosa di più, ci voleva un laboratorio.
Fu così che nacque scuolapotieri.it, la mia passione e i miei obiettivi si incontrarono con quelli di Mauro Cossettini ricercatore delle migliori tecniche per allenare e quelle di Dario De Martino appassionato e competente allenatore di ragazzini sotto i 10 anni.
Dopo un paio di stage di prova, decidemmo di fondare l’associazione e di coinvolgere svariate figure professionali a supporto della metodologia in sviluppo.
Il laboratorio rispettava i seguenti precetti:
L’attività doveva essere svolta per offrire un momento di svago, divertimento e passione per i ragazzi.
I tecnici coinvolti dovevano rispettare il primo precetto e il programma e sfruttare quegli incontri per essere sempre migliori.
Multidisciplina, coinvolgimento di atleti o preparatori di altre discipline sportive caratterizzavano tutte le attività
Gli stage
I Camp estivi
Il corso Accademia
Il tutto doveva dirigersi verso quello che era l’obiettivo primario: “Metodologia di preparazione del portiere olistica ed efficacie”